Il Novecento by Paolo Viola

autore:Paolo Viola
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2012-07-03T22:00:00+00:00

5. La guerra civile in Grecia e lo "scisma" iugoslavo.

La guerra fredda congelò in Europa la situazione creata dai rapporti di forza del '45, e la cortina di ferro si assestò all'incirca sulla linea raggiunta dall'Armata Rossa al momento del crollo della Germania nazista. In altre parti del mondo - soprattutto in Asia - l'espansione comunista ebbe negli anni e nei decenni a venire notevoli successi e qualche fallimento; in Europa invece i due campi non si modificarono più, e si fronteggiarono immobili per oltre quarant'anni.

Nell'Europa occidentale le tendenze filocomuniste, più forti nei paesi in maggiore difficoltà, furono neutralizzate, e nessuno si staccò dal modello democratico liberale, sebbene in Grecia e in Italia, e molto più tardi in Portogallo, la fedeltà atlantica abbia corso dei rischi. Viceversa nel "campo socialista", cioè filosovietico, si verificò il distacco dall'URSS della Iugoslavia, che comunque non passò al campo occidentale, ma diventò neutrale e rappresentò per qualche anno un modello alternativo di socialismo. Nei decenni seguenti scoppiarono nell'Europa filosovietica gravi rivolte: prima in Germania Est, poi in Polonia e in Ungheria, quindi in Cecoslovacchia, infine ancora in Polonia. Ma per quasi mezzo secolo gli occidentali non poterono affatto approfittarne, e solo alla fine degli anni Ottanta il malcontento provocato in quei paesi dalla mancanza di libertà e di benessere avrebbe portato al collasso finale del comunismo sovietico.

Nell'Europa dominata dagli angloamericani invece la crisi più grave fu quella della Grecia, dove la Resistenza comunista, molto più forte di quella monarchica, aveva liberato il paese dalle truppe tedesche fin dall'ottobre '44. La situazione greca era dunque simile a quella di tutta la penisola balcanica, dalla quale all'approssimarsi dell'ultimo inverno di guerra i nazisti erano in fuga. Ma appena ritiratisi i tedeschi, anziché l'Armata Rossa, come in Romania, Bulgaria e Iugoslavia, arrivò l'occupazione inglese, a seguito di uno sbarco britannico ad Atene. Il caso della Grecia dimostrò dunque l'importanza della presenza nei vari paesi delle diverse truppe di occupazione. La Gran Bretagna favori infatti il ritorno della monarchia, mentre la Resistenza comunista si dovette ritirare dalla capitale. Le elezioni, le prime dopo la dittatura di Metaxas e l'occupazione italiana e tedesca, diedero la vittoria al centrodestra e alla monarchia, e mostrarono che i comunisti erano maggioritari nella Resistenza ma in minoranza nel paese. Soprattutto erano isolati e non avevano saputo o potuto essere al centro di un Fronte popolare in grado di presentarsi vittorioso alle elezioni. Il governo fu affidato dal re ad una coalizione di destra che scelse una contrapposizione molto marcata con le forze comuniste. Cosi nel 1946 scoppiò la guerra civile, che per tre anni insanguinò il paese. I comunisti potevano essere riforniti dai paesi confinanti: la Bulgaria, la Iugoslavia e l'Albania. I monarchici erano invece sostenuti dalle truppe d'occupazione occidentali. La Grecia fu dunque l'unico stato europeo in cui la "guerra fredda" diede luogo ad uno scontro armato. Occupata dagli inglesi anziché dall'Armata Rossa, fu il solo paese balcanico nel quale la crisi postbellica si risolse a vantaggio degli occidentali.

Una delle ragioni, per

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